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Alberobello
Desaturata
Alberobello è stata una sorpresa, in tutti i sensi. Non sapevo che Francesco avesse organizzato questo piccolo week-end nella capitale dei trulli. E tra le altre sorprese, ce n’è stata una in particolare che mi ha fatto veramente felice, era un’esperienza che avrei voluto fare e cioè dormire proprio un trullo.
La luce ad Alberobello, sembra quasi finta, quasi fatta apposta per rendere sempre candidi i muri bianchi dei trulli e far risaltare i tetti scuri e dalla forma caratteristica.
Il bellissimo trullo che ci ospita è a due passi dal trullo sovrano. Costruito nel 1700 per conto di una famiglia benestante, il trullo è molto grande ed è l’unico ad essere strutturato su due piani. Paghiamo solo 1 euro e 50 per la visita e in ogni stanza troviamo una dettagliata spiegazione dell’ambiente.
Non è solo la sua storia a colpire ma tutto l’arredamento ricreato al suo interno. La semplicità e l’essenzialità di stoviglie e stanze non le rende meno accoglienti e funzionali. Piccoli spazi in cui non manca niente, c’è tutto quello che serve per dormire, cucinare e anche per giocare.Ci spostiamo, ma non troppo…a pochi metri da noi c’è un’altra meraviglia da visitare, la Basilica dei Santi Cosma e Damiano. La Cattedrale non la si nota solo per la sua struttura imponente ma anche per la sua diversità rispetto a tutto ciò che la circonda.
Pare che quella che oggi è un’imponente basilica neoclassica, un tempo fosse stata una piccola chiesetta di campagna che fu ampliata con il passare degli anno fino ad ottenere l’aspetto attuale nel 1885, grazie all’ architetto Antonio Curri.Il centro di Alberobello è veramente singolare. Una distesa di trulli che prepotentemente si impone su tutto il paesaggio. I trulli costeggiano stradine silenziose in questa stagione dove poche auto passano di tanto in tanto.
Ci sono comunque tantissimi turisti che guardano incuriositi come noi queste porticine e cercano il punto più panoramico da cui scattare una foto meravigliosa. I bambini si divertono tantissimo, li ascoltiamo e ci fanno sorridere quando sentiamo che a loro sembra di passeggiare tra le casette dei puffi. Eppure è così strano, i trulli sono meravigliosi e così caratteristici ma non si può fare a meno di pensare alla loro storia. I trulli nascevano come deposito del bestiame ma quando il re di Napoli decise di imporre un’ennesima tassa, questa volta sulla casa, allora i trulli si trasformarono in delle vere e proprie abitazioni. Queste abitazioni prevedevano alla base una grossa cisterna d’acqua, i blocchi calcarei che venivano estratti per costruire la cisterna, venivano poi lavorati in maniera da formare blocchi che servivano a costruire la base rettangolare. A causa della legge sulla malta imposta dal re di Napoli, essa non veniva utilizzata per assemblare i blocchi e si utilizzava una muratura a secco. Il tipico in tetto a cono era invece costituito da due strati: pietre e lastre calcaree, veniva poi dipinto con segni per lo più religiosi. Infine il pinnacolo decorativo era una sorta di firma del mastro trullaro.
Di questo grande patrimonio Unesco, fa parte anche il trullo siamese che ovviamente non ci perdiamo. Si trattava in origine di due trulli separati che con il passare del tempo furono uniti. Questo perchè le famiglie tendevano a costruire trulli vicini: nonni, genitori e figli vivevano quindi tutti insieme in a sorta di piccolo vicinato.Il cielo grigio fa sembrare le stradine che attraversano i trulli come fossero innevate, sembra tutto così bianco, delicato, magico. In qualche viuzza c’è un silenzio quasi strano, non si sentono voci o passi e per un attimo sembra di trovarsi in un posto incantato. Poi improvvisamente il colore dei fiori, spezza la continuità del bianco, tornano le voci, le risate dei bambini e il suono degli scatti delle fotocamere e dei cellulari. Rumore di piatti e stoviglie, profumo di orecchiette e di vino, i ristorantini si preparano ad accogliere gli ospiti di Alberobello per il pranzo, così ne approfittiamo per una vista tranquilla alla Chiesa a trullo di Sant’Antonio.
A causa della legge sulla malta imposta dal re di Napoli, essa non veniva utilizzata per assemblare i blocchi e si utilizzava una muratura a secco. Il tipico in tetto a cono era invece costituito da due strati: pietre e lastre calcaree, veniva poi dipinto con segni per lo più religiosi. Infine il pinnacolo decorativo era una sorta di firma del mastro trullaro. Di questo grande patrimonio Unesco, fa parte anche il trullo siamese che ovviamente non ci perdiamo. Si trattava in origine di due trulli separati che con il passare del tempo furono uniti. Questo perchè le famiglie tendevano a costruire trulli vicini: nonni, genitori e figli vivevano quindi tutti insieme in a sorta di piccolo vicinato.Il cielo grigio fa sembrare le stradine che attraversano i trulli come fossero innevate, sembra tutto così bianco, delicato, magico. In qualche viuzza c’è un silenzio quasi strano, non si sentono voci o passi e per un attimo sembra di trovarsi in un posto incantato. Poi improvvisamente il colore dei fiori, spezza la continuità del bianco, tornano le voci, le risate dei bambini e il suono degli scatti delle fotocamere e dei cellulari. Rumore di piatti e stoviglie, profumo di orecchiette e di vino, i ristorantini si preparano ad accogliere gli ospiti di Alberobello per il pranzo, così ne approfittiamo per una vista tranquilla alla Chiesa a trullo di Sant’Antonio.
Siamo nei rione Monti di Alberobello e questa chiesa è il suo simbolo. bella fuori, molto particolare ma anche l’interno, particolarmente suggestivo con il grande affresco del Cristo Pantocratore. Perchè questa volta abbiamo scelto di definire Alberobello desaturata? In realtà è un aggettivo che ci è saltato in mente mentre lavoravamo alla Postproduzione delle foto scattate. Non c’è stato bisogno di molto lavoro, i colori di queste foto non sono stati alterati e sembrano quasi desaturati, come se fosse stato utilizzato un qualche filtro monocromatico. Eppure questi sono i colori di Alberobello in una giornata di Gennaio…perfetti e unici, come questo meraviglio Patrimonio Unesco, come sempre tutto italiano.
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